Ecco quali soluzioni offre la chirurgia.

Vediamo con il Dottor Vinanti, ortopedico, quali sono le soluzioni chirurgiche attualmente disponibili per l’artrosi al ginocchio. ginocchio sano e ginocchio artrosico

Cos’è l’artrosi di ginocchio?
Si tratta di un processo degenerativo cronico che colpisce l’articolazione nel suo complesso, coinvolgendo soprattutto la cartilagine che riveste le superfici ossee del femore, della tibia e della rotula. Questa si consuma progressivamente fino ad esporre l’osso. Il danno artrosico colpisce molto spesso anche i menischi. L’artrosi è tra le patologie croniche più diffuse nella popolazione, causa di disabilità più frequente nell’anziano. In Italia ne soffre circa il 20% della popolazione oltre i 55 anni, prevalentemente donne.

Quali soluzioni offre la chirurgia di fronte a tale patologia?
Esistono varie soluzioni chirurgiche e compito del chirurgo è scegliere caso per caso l’intervento che offra maggiori possibilità di buon esito per il singolo paziente. La soluzione più semplice e con minor rischio chirurgico è il debridement artroscopico, che può essere però eseguito solo su pazienti altamente selezionati. In alcuni casi, potrebbe essere preferibile la tecnica dell’osteotomia, che permette di riallineare l’arto inferiore ove l’asse di carico sia alterato, riducendo quindi il carico dalla parte malata del ginocchio. Quando, invece, l’articolazione è maggiormente consumata e l’artrosi in fase avanzata, occorre orientarsi verso la sostituzione protesica della parte usurata del ginocchio, asportando una porzione dell’osso che andrà sostituito con una superficie metallica e un sottile disco in plastica per permettere lo scorrimento dell’articolazione. La protesi può riguardare, a seconda dei casi, solo una piccola parte del ginocchio (protesi monocompartimentale) oppure l’intera articolazione (protesi totale).

Com’è la gestione del paziente protesizzato? È vero che è migliorata negli ultimi anni?
La recente introduzione di farmaci e metodiche che permettono di ridurre il sanguinamento e il dolore postoperatorio ha reso possibile il fatto che il paziente già dalla prima giornata postoperatoria possa essere messo in piedi, camminare e iniziare la riabilitazione. Questo quindi, indirettamente, ha favorito il raggiungimento di ottimi risultati clinici ed una netta riduzione dei tempi di ospedalizzazione, che a sua volta significa maggior soddisfazione dei pazienti.

Il bisturi è realmente necessario?
L’obiettivo di ogni chirurgo dovrebbe essere quello di evitare una soluzione chirurgica quando possibile, ossia quando la sintomatologia è sfumata, quando il danno artrosico è poco significativo e quando le condizioni generali del paziente sono scadenti. In questi casi, il trattamento infiltrativo con cortisonici o acido ialuronico, associato a della fisiochinesiterapia, può essere una valida soluzione.