La Protesi di ginocchio è un intervento impegnativo. Lo è per il chirurgo e lo è per il paziente che ci si deve sottoporre. Da qualche tempo però sta iniziando a delinearsi uno scenario diverso e migliore, chiamato FASTRACK,
ovvero “percorso veloce”.
L’intervento di protesi al ginocchio serve per migliorare la qualità della vita e va visto come un’opportunità. Grazie a questo tipo di interventi è possibile mantenere le proprie abitudini, facendo cose che sarebbero impossibili con un ginocchio gravemente artrosico. Ovviamente compito del chirurgo è quello di saper consigliare il momento migliore per effettuare l’intervento in modo da poter ottenere il miglior risultato possibile! Finora, o fino a poco tempo fa, un intervento di questo tipo prevedeva un periodo di ricovero in ortopedia di circa 4-7 giorni in modo da monitorare le condizioni nei primi giorni postoperatori, pur iniziando già con la fisioterapia, venendo poi trasferiti in un reparto di riabilitazione (spesso in una struttura esterna) per un periodo di circa 2-3 settimane prima di venire dimessi e proseguire la fisioterapia da esterni in regime ambulatoriale. Da qualche tempo però sta iniziando a delinearsi uno scenario diverso e migliore, che viene chiamato FASTRACK, ovvero “percorso veloce” nel senso di un periodo di ricovero minore, grazie al miglioramento di molti aspetti inerenti l’intervento chirurgico. Le tecniche migliorano e i risultati anche! Si è capito che in un intervento come la protesi di ginocchio c’erano molti aspetti da migliorare al di fuori della sala operatoria e della parte chirurgica vera e propria: un approccio più globale, che si occupa di tutti gli aspetti nella gestione dei giorni precedenti e immediatamente successivi all’intervento ci permetterà nel futuro prossimo di arrivare alla necessità di un ricovero molto più breve.
Vediamo di capire come potrà cambiare questo tipo di approccio e quali sono i vari aspetti sui quali si sta lavorando.
Innanzitutto è fondamentale far capire al paziente che la sua motivazione è il primo punto su cui lavorare: è il paziente, aiutato dal medico, la prima persona che deve desiderare una guarigione ottima e rapida. In questo senso dovrà arrivare all’intervento preparato, essendosi già allenato all’utilizzo delle stampelle nelle settimane precedenti al ricovero in modo da facilitare i primi passi dopo l’intervento, già il giorno stesso o al massimo il mattino successivo.
Alzarsi presto e camminare è importantissimo nella fase riabilitativa, perché il cervello non deve abituarsi all’allettamento ma al contrario deve mantenersi attivo e deve mantenere attivi i muscoli.
Ovviamente però la motivazione del paziente non basta.
Si sono quindi sviluppati alcuni sistemi che hanno due scopi principali: ridurre il dolore postoperatorio e ridurre il sanguinamento. Ma come?
Relativamente alla gestione del dolore, oltre alla classica anestesia spinale viene posizionato un sondino nella regione alla base della coscia attraverso il quale viene somministrato un cocktail di farmaci in grado di addormentare il nervo che conduce la sensazione del dolore; inoltre si stanno studiando dei sistemi di infiltrazione di farmaci anestetici nella zona del ginocchio che vengono iniettati al termine dell’intervento. L’assenza di dolore facilita il paziente a volersi alzare e muovere immediatamente. Relativamente alla riduzione del sanguinamento è stato messo a punto un protocollo con un farmaco (acido tranexamico) che permette di facilitare la coagulazione nei piccoli vasi che vengono ovviamente sezionati durante l’intervento, senza aumentare il rischio di trombosi. Un sanguinamento ridotto ha una serie di vantaggi molto importanti, oltre a quello di aver diminuito quasi del tutto la necessità eseguire trasfusioni di sangue. Infatti un minor versamento di sangue nell’articolazione ed un minor gonfiore permettono di arrivare ad una mobilizzazione del ginocchio molto più rapida, arrivando a una flessione di 90° già da subito e riducendo il tempo necessario al riassorbimento dell’ematoma essendo questo molto minore.
In poche parole, con un dolore postoperatorio molto basso ed un ematoma molto ridotto, un paziente già allenato ad utilizzare le stampelle potrà alzarsi e camminare autonomamente entro 12-24 ore dall’intervento, iniziando immediatamente la fisioterapia già in 1° giornata postoperatoria sia con il fisioterapista che con una macchina chiamata Kinetec che permette di muovere il ginocchio quanto desiderato. La mancata anemizzazione permette inoltre di mantenere le forze, evitando di perdere giorni preziosi a recuperarle, accelerando quindi la riabilitazione.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere gli innegabili aspetti psicologici, innanzitutto permettendo di poter affrontare più serenamente l’intervento sapendo che il dolore e le perdite di sangue saranno molto bassi. Anche il minor periodo che si dovrà trascorrere lontano da casa, lontani dalle proprie abitudini, dal proprio letto e dalla propria cucina, permette davvero di ottenere risultati sorprendenti.
Per cui nel futuro prossimo, ma già nel presente, dovremo abituarci a considerare un intervento come la protesi di ginocchio come un percorso veloce, un FASTRACK, più semplice e meno impegnativo per il corpo, per la psiche e per le persone che ci stanno intorno.